Un amico di peluche

Quando mister G era appena nato gli fu regalato un peluche molto particolare: ha la forma di un fazzoletto da cui fuoriescono quattro zampine, la testa con la criniera (è un leone) e la coda. Fa parte della  categoria dei doudou, portami sempre con te.



Glielo regalò una mia cara amica dicendo che sarebbe potuto diventare la sua "coperta di Linus". In effetti poi è  andata davvero così...ma come mai molti  bambini si affezionano così tanto ad un peluche, una bambola, un fazzoletto o qualcosa di morbido da portare con sé?

Un grande medico-pedagogista Donald  Winnicott lo  denominò: oggetto transizionale.

E' un oggetto che il bambino percepisce come diverso da se stesso e che investe di una forte carica affettiva.  Spesso gli ricorda i primi contatti con la mamma e quasi sempre è qualcosa che nelle mani del piccolo si anima di una vita propria e di un potere magico capace di diffondere fiducia, protezione e sicurezza, nei momenti cruciali. Per fare un esempio semplice lo potremmo definire un ponte che aiuta il bambino ad entrare in contatto con la realtà, trasmettendogli sicurezza  e permettendogli di adattarsi ai cambiamenti. 

Tutto questo valore,ovviamente lo acquisirà nel tempo. Per i primi mesi di vita è qualcosa  di soffice e piacevole da toccare.

Mister G verso i diciotto mesi, indicandolo disse: "Cheo!" Questo è il nome del suo "amico". Sempre nello stesso periodo se lo portava a tavola o lo voleva vicino mentre giocava, dopo qualche mese iniziò a cercarlo solo prima di dormire o nei momenti di stanchezza. 


Il momento dell'addormentamento per un bambino piccolo è carico di emotività, lo sentono come un doversi abbandonare all'ignoto, dovendolo poi affrontare da soli. Noi abbiamo usato tanto il contatto fisico per aiutarlo  in questo, quindi si addormentava con noi ma Cheo era nella sua mano. Al risveglio Cheo era sempre lì, non più in mano perché di  notte ci si muove ma comunque vicino a lui. 

Quando sono rientrata al lavoro, non ho più potuto "accompagnarlo" nel sonnellino pomeridiano ma Cheo sì...lui gli ha  trasmesso il senso di sicurezza che a parole un adulto non riesce a far capire: la  mamma non c'è ora (so che tornerà), Cheo sì. 

Mister G ormai lo considera uno di famiglia tanto da non volerlo mettere in lavatrice per lavarlo: "mamma, Cheo fa la doccia!"così,armati di spazzolina e sapone, lo laviamo e lo sciacquiamo in una bacinella.  

E' la prima cosa che mette nella mia borsa quando dobbiamo uscire e l'ultima che stringe fra le mani quando entriamo nel letto. E' insostituibile, ha un suo profumo ed è consumato dall'uso: se ce lo dimentichiamo non può essere rimpiazzato con niente, non si può barare mai...se ne accorge!

Sarò felice se da grande lo conserverà ancora nella scatola dei ricordi e guardandolo  gli farà tornare alla mente la spensieratezza e l'innocenza dell'infanzia. Perchè no? Magari potrebbe essere tramandato ai suoi figli..

Spesso anche gli oggetti inanimati, grazie alla grande sensibilità dei bambini, assumono un valore simbolico importante...

Questa è la "magia che porta con sè un amico di peluche"

I vostri figli hanno un oggetto transizionale da portare sempre con loro?

Francy
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2 commenti

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A.
admin
11 aprile 2014 alle ore 06:08 ×

bello e interessante questo post
xx
http://sofiscloset.blogspot.it/

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Silvia Fanio
admin
22 luglio 2015 alle ore 13:30 ×

Il mio bambino ha sempre nel letto un pellicano di pelouches, ma il suo oggetto transizionale è un rana trovata per caso in un mercatino delle pulci: è stato amore a prima vista!

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