I tre piccoli gufi, una storia per affrontare l'ansia da separazione

"I tre piccoli gufi" di Martin Waddell e Patrick Benson - Mondadori

Una notte, tre gufetti accucciati nel tronco cavo di un albero, si svegliano e vengono colti da una paurosa sorpresa: la loro mamma è scomparsa. Non ha lasciato tracce, semplicemente non è più accanto a loro come quando si erano addormentati. 
I tre gufetti cominciano a domandarsi cosa può essere accaduto.
  
Inizia così il racconto delle ore di incertezza vissute da tre fratellini dolcissimi protagonisti del libro che oggi ho voluto recensire.  


È un libro evergreen, un po’ datato (prima pubblicazione nel 2004) ma sempre attuale perché interpreta sentimenti riposti nel cuore di tutti i bimbi di ogni tempo: la paura di perdere la mamma e l'ansia da separazione.

Il racconto si snoda intorno al dialogo fra i tre gufetti che affrontano la situazione con atteggiamenti diversi, in un susseguirsi di immagini suggestive.

La gufetta Sara prende subito la parola (come tutte le femminucce d’altronde), mantiene il sangue freddo e prova a dare spiegazioni logiche alla scomparsa della mamma. Lei è, fra i tre, quella con l’approccio più razionale e speranzoso.

Il gufetto Bruno gestisce la sua ansia affidandosi ai pensieri della sorella e rinforzandoli.

Il gufetto Tobia, invece, non riesce a fare ipotesi, è sopraffatto dalle emozioni e quando parla sa esprimere solo il suo sentimento dominante: “Voglio la mamma!”.

Il dialogo fra i gufetti, in fondo, è il confronto fra le principali risposte interiori che ognuno di noi dà nei momenti di panico: risposta razionale e risposta emotiva, reazione di fiducia e reazione di insicurezza.

Il racconto prosegue, pagina dopo pagina, in un crescendo di tensione accentuato dai colori scuri della notte.

Anche l’ottimista Sara, dopo un bel po’ d’attesa, a un certo punto cede al terrore e pensa “Forse la mia mamma si è persa” ma nell'abbraccio coi fratelli trova la forza di chiudere gli occhi e aspettare tranquilla.
E’ proprio Sara a proporre ai fratellini di sistemarsi tutti su un unico rametto, ancora più stretti l’uno all’altro, pelle a pelle, piuma a piuma.
Questa è la scena che mi ha più profondamente commossa: la vicinanza e la solidarietà fra fratellini.
Viene così dipinta quella sintonia tra fratelli che trova le basi nella comunanza dei geni e di vissuto e che resta per sempre, nonostante i fisiologici litigi.
La noto già nei miei bambini, anche se Curious Kid ha solo 10 mesi e Miss Energy 3 anni e mezzo.

Ma torniamo al libro.
Secondo voi come finirà la storia? Sarà fiducia ripagata quella dei tre gufetti? Come reagiranno quando tornerà la loro mamma? Avranno di nuovo paura in seguito, quando capiterà che la mamma li lascerà di nuovo soli?

Questa volta non vi anticipo il finale.
Vi dico solo che è un libro da tenere in libreria perché, nella lettura ad alta voce con la mamma, può aiutare i bambini a manifestare l’ansia da separazione e, in un secondo momento, ad affrontarla.

Buona lettura!

Ketty
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7 commenti

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La Silvi
admin
30 maggio 2014 alle ore 11:10 ×

Che strano ma sta storia di gufetti che perdono la mamma l'ho già sentita...ah ecco mi ricorda il ben più recente albo "Oh, Oh!" di Chris Haughton, hai presente? Ovviamente l'approccio è diverso ma sempre di piccoli gufi e di mamme si parla. Vuoi vedere che Haughton ha copiato?

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30 maggio 2014 alle ore 14:08 ×

bellissimo, anche a noi piace molto. Invece Oh Oh, come dice La Silvi, affronta sempre la separazione dalla mamma ma è molto diverso perché è lui che si "perde", non la mamma che lo lascia. Un po' come il pullmino di scuola. Dicono che per i bambini andare a scuola materna con il pullmino rende più facile la separazione perché sono loro che lasciano te a casa mentre quando gli porti sei tu che lasci loro da soli là... ;)

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A.
admin
31 maggio 2014 alle ore 11:38 ×

grazie per questi utilissimi suggerimenti
xx
cristina
http://sofiscloset.blogspo.it

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Stefania
admin
1 giugno 2014 alle ore 13:22 ×

Non abbiamo ancora avuto occasione di averlo tra le mani ma devo proprio cercarlo... eh eh... le donne sono sempre ottimiste come la gufetta Sara ;-)

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MammaSfigata
admin
8 ottobre 2014 alle ore 22:14 ×

Grazieeeee ottimo suggerimento! Ci devo provare!

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Anonimo
admin
28 febbraio 2015 alle ore 22:06 ×

Anche alla mia bimba di 4 anni piace moltissimo -forse perché anche lei si chiama Sara come uno dei gufetti?- e in questi giorni lo sta scegliendo spesso come lettura pre-nanna!!!

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1 marzo 2015 alle ore 00:27 ×

In effetti quando il protagonista della storia ha il suo stesso nome, il bambino sembra più interessato. Mia figlia addirittura, quando leggiamo, ribattezza tutti i protagonisti e una si chiama per forza come lei.
KE

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