La guerra del telecomando

Ricordando la saggezza di Arbore che cantava “Tu nella vita comandi fino a quando, hai stretto in mano il tuo telecomando”, a casa mia, come nella vita di ogni classica famiglia italiana, ogni giorno si consuma una guerra senza esclusione di colpi (di furbizia) per la conquista del telecomando.

Quando gli unici abitanti della casa eravamo solo io e mio marito, era una guerra lampo. C’era solo da capire se tenere la TV spenta o accesa. Si, perché c’è una differenza fondamentale fra me e lui: io odio la TV e lui non potrebbe farne a meno.

Quando sono nati i bambini, la guerra è diventata ideologica: mio marito è abbastanza permissivo nel concedere ai figli l’accesso alla TV mentre io sono per limitarne l’uso ai momenti in cui è strettamente necessario.

Bambini e telecomando

Ad esempio, un uso comune anche per me, è l’immobilizzazione della prole sul divano.
La baby-sitter TV mi fa comodo quando voglio andare in bagno senza corteo di bambini e giocattoli al seguito. Si, sono bellini quando, in un eccesso di spirito di collaborazione che, per l’appunto si manifesta in bagno - il famoso “eccesso nel cesso” -  magari mi srotolano tutta la carta igienica per asciugarmi dopo la doccia (in fondo a cosa serve l’accappatoio se hai una carta igienica morbida e super assorbente?) … Dicevo, si sono bellini ma è decisamente più confortevole fare la doccia senza rischiare di scivolare sul polpaccio di Barbie messa a riposare dalla figliola sotto il tappetino assorbente.
Oppure, per esempio, la baby-sitter TV è utilissima per tenere seduti i bambini finché s’asciuga il pavimento che sono riuscita finalmente a sgrassare dalle impronte di colla e cioccolato. Per inciso, a scanso di equivoci, “colla e cioccolato” non è un cocktail di droghe di nuova generazione che propino ai figlioli per gasarli ma il risultato di un pomeriggio passato magari a incollare disegni, addentando pane e cioccolata.

A parte questi usi alternativi e occasionali, l’accesso alla TV, a casa mia, è regolamentato
Seguendo la migliore pedagogia, ho sempre pensato che la TV fosse un’esperienza troppo passiva per creature in crescita e bisognose di ricchi stimoli e molte relazioni umane.
Dinanzi alla pedagogia, il dolce papà tace.

O meglio, ha taciuto fino a qualche tempo fa, quando mia figlia quattrenne ha cominciato, tutto ad un tratto, a sfoderare nuove conoscenze, trasformando la guerra del telecomando in una modernissima Information warfare, detta in parole povere “guerra dell’informazione”.

Io, sfogliando un libro: “Vedi, amore, questo monumento si chiama Sfinge”.
Lei: “Lo so, mamma, l’ho visto nel cartone di Giustino” (ndr il cartone è Giust’in tempo”)
Io:“…ah..”
---
Lei:  “Mamma, oggi prepariamo per merenda la banana girandola? Ho io la ricetta
Io:“Bene! Te l’ha insegnata la nonna?”
Lei: “No, l’ho vista da Daniel Tiger
Io: “…ah..”
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Lei: “Mamma, sai come si dice papà in inglese? Si dice Daddy.”
Io: “Brava! Come lo sai?
Lei: “L’ha detto Dora” (ndr il cartone è “Dora esploratrice”)

Ecco, questa è stata la scena peggiore. Mio marito era là che assisteva e commentava ridacchiando “Lo dicevo io che la TV è importante. E noi che spendiamo soldi nel corso d’inglese quando Dora lo fa gratis ...

CONCLUSIONI SERIE DELLA VICENDA BELLICA

- Continuo a pensare che meno TV significa: più creatività, meno emozioni indotte e più equilibrio interiore, più relazioni umane. La televisione, quindi, è limitata a certi orari ed usi e con gli opportuni temperamenti alla regola. Se dopo ore di giochi, letture, danza e altre attività, la mia bambina è stanca, guardare insieme un bel cartone stando abbracciate sul divano è un’esperienza positiva.

- Con le TV tematiche, la scelta dei programmi per bambini si è ampliata rispetto ai tempi in cui eravamo noi bambini e ce ne sono alcuni molto istruttivi e divertenti.

- Se i bambini hanno l’abitudine di raccontare quel che hanno visto, ascoltare le loro interpretazioni e le scene che più li ha colpiti è un altro modo per conoscere i nostri figli e capire i loro vissuti interiori.

Come spesso accade, non è lo strumento da valutare ma l’uso che se ne fa.

E a casa vostra chi vince la guerra del telecomando?

Ketty
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2 commenti

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9 settembre 2015 alle ore 00:43 ×

Bimbuzza ultimamente mi dice: "mamma, let's go!!!!"
Dora docet Ahaha

Condivido a pieno le tue considerazioni: SI alla TV nei momenti di stanchezza e relax, dopo aver fatto altro, e quando serve a noi;)
Ah, ovviamente tutto questo viene rispettato con noi genitori: coi nonni altra storia;)
Però mi piace che mia figlia abbia Immagazzinato le regole tanto da non dare per scontato che le mettiamo i cartoni.
Chiede: mamma, prima mangio (oppure gioco) e poi vedo un po di TV ok?
:)
Snack
Vivy

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9 settembre 2015 alle ore 03:06 ×

La guerra del telecomando io non la combatto più... la TV non riesco a vederla, ho praticamente smesso ;-)
Per quanto riguarda i figli, invece, le cose sono complicate. Finché c'è stata soltanto la bimba, che ora ha dieci anni, da piccola darle delle regole è stato piuttosto semplice... ma poi è diventata una consumatrice onnivora, soprattutto di cose che io chiamo schifezze, e quando è a casa è una lotta dura, almeno per la scelta di cosa vedere (mi ricorda tanto me da bambina... però almeno io cambiavo quando veniva mia madre). Da quando c'è anche il piccolo e comunque da quando ha raggiunto l'età della TV, le cose si sono complicate ancora di più perché trovare qualcosa che li metta d'accordo è difficile. Cerchiamo di fare i turni oppure comunque si preferisce qualche cartone in Dvd. Che poi la cosa peggiore della TV sono le pubblicità martellanti che inducono false necessità e continue richieste di acquisti. La cosa che mi salva è che stiamo poco in casa... I problemi sono nel fine settimana o durante le vacanze. Comunque, anche per me vale la regola che la TV serve come ultima spiaggia, quando proprio non c'è più altro da fare o quando uno vorrebbe tenerli un po' tranquilli, peccato che i Nini non stanno fermi neanche quando guardano la TV... il piccolo poi gioca inventando storie ispirate a ciò che sta vedendo e quindi tutta la stanza diventa un teatro.
Dura la vita per noi genitori!
Baci baci

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