Briciole: un libro per la serie "non si butta via niente"

Sono rimasta piacevolmente colpita da Briciole (di Lorenzo Naia - illustrato da Roberta Rossetti - VerbaVolant edizioni 2016), uno di quei libri che considero "preziosi", da tenere in bella mostra tra gli scaffali della libreria.
Piacevolissimo da leggere, è un inno alla "dolcezza" e all'eleganza di Parigi.



Un libro che è tante cose, quasi difficile da spiegare. È arte, cultura, amore per la pasticceria, voglia di essere capiti e desiderati, pazienza, amore per il proprio lavoro, speranza, umiltà.
E' un libro che insegna: all'interno del libro ci sono tante parole in francese (con dizionario nell'ultima pagina) e approfondimenti sulla storia dei dolci francesi. Per esempio, sapevate che la Tarte Tatin è nata da uno sbaglio? o che il Saint Honoré è il santo protettore dei pasticceri?



Le immagini sono dei capolavori e per questo non posso fare a meno di metterne tante: esprimono senza bisogno di parole (all'inizio ci sono 6 pagine di sole immagini), e presentano una Parigi di altri tempi, le sue vie e botteghe, la mappa della città e i suoi tetti eleganti. Immagini che esaltano l'atmosfera in cui si svolge la storia delle briciole.



A chi verrebbe mai in mente che le briciole di un dolce possano restarci male per il fatto di essere state scartate e non mangiate? Briciole di Brisé, di Croquemouche, di Tarte Tatin, di Meringue, di Macaron...

Mia figlia ascolta la storia delle briciole in modo curioso e divertito, cercando di immaginare la reazione delle 1000 briciole che ogni giorno fa finire lei a terra mentre mangia!

In realtà, però, non sono solo le briciole le protagoniste di questo libro. In una via di Parigi c'è Bibì, un pasticcere che non vede mai entrare nessuno nella sua Patisserie. Eppure lui ama impastare e dare forma a dolci squisiti. Ma mai nessuno si ferma a guardare la sua vetrina e l'umore del povero Bibì, a fine giornata, diventa scuro, duro e amaro come il caramello dimenticato sul fuoco.



E ancora, sempre da qualche parte per le strade di Parigi, c'è una signora un po' particolare, Marie Riderot, che conosce benissimo le caffetterie della città: di ognuna sa odori e sapori, i dolci migliori e quelli da evitare. Lei è un'intenditrice, una critica gastronomica che recensisce le pasticcerie in una nota rivista del settore, Paris Gourmand. Qualsiasi pasticcere di Parigi desidera essere citato nella nota rivista! Ma nessuno sa chi sia Marie Riderot (lavora in incognito). Di lei si sa solo che porta uno spesso paio di occhiali da vista.



Tre personaggi, quindi, che si intrecciano tra loro: da una parte un pasticcere triste che non vede entrare nessuno nella sua Patisserie; dall'altra le briciole di dolci diversi che, scontente per essere state scartate, si ritrovano tutte in un punto di Parigi per cercare il loro posto nel mondo; da un'altra parte ancora la nota intenditrice di dolci.

Le briciole decidono di rivolgersi a una briciola molto esperta, una briciola di Churros che vive ai Jardins des Tuileries e che le aiuterà a raggiungere un posto in cui nessuna briciola viene scartata via: la patisserie di Bibì.



Quando arrivano da Bibì, dopo aver camminato sotto un guscio di noce per non essere mangiate dagli uccelli, le briciole si lanciano da una mensola all'interno dell'impasto che il pasticcere sta lavorando prima della lievitazione notturna, non tralasciandone nemmeno una. Tutte vanno a finire nel dolce che il pasticcere sta preparando.



Il giorno dopo, verso le cinque del pomeriggio, si scatena un forte temporale tanto che la nota intenditrice di dolci, trovandosi nei paraggi della pasticceria di Bibì, è costretta ad entrare per non bagnarsi.
Bibì le offre una fetta della sua torta.

Quale sorpresa! Che tripudio e miscuglio di sapori!!! Marie Riderot non crede alle sue pupille: la torta di Bibì sa di Tarte Tatin, Viennoise au Chocolat, Madeleine, Clafoutis, Croquembouche, Savarin, Croissant...un'esplosione di gusti mai provata prima. Questo grazie alle briciole scartate...



La pasticceria di Bibì non resterà mai più vuota perché una nota intenditrice scriverà di lui e dei suoi dolci squisiti, nella nota rivista Paris Gourmand. E indovinate un po' che nome avrà la pasticceria di Bibì!!!???



Un libro che fa venire una gran fame:) 
Durante la lettura si ha quasi l'impressione di sentire gli odori e i sapori dei dolci, tanto che viene voglia di farne subito uno, magari stando attenti a non scartare nessuna briciola di frolla o di impasto sulla tavola.

Consigliato ai bambini dai 5/6 anni, si riesce a leggere anche tutto in una volta, sebbene sia piuttosto lungo.

Vivy 
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5 commenti

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Silvia Fanio
admin
4 novembre 2016 alle ore 13:17 ×

Ma che storia meravigliosa!
La devo assolutamente prendere! Polpetta ama leggere e cucinare torte, sarà sicuramente un'ottima libro per accompagnare la nostra attività di cucina!

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4 novembre 2016 alle ore 21:33 ×

Mi sa che questo lo prendo per me ;)

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maris
admin
5 novembre 2016 alle ore 14:21 ×

Troppo bello qyesto libro ! Anche se sono una mamma e non una bimba me ne sono subito innamorata guardando le immagini e leggendo il tuo post 😊
Immagino che bell'effetto abbua anche sui piccini allora!
Grazie del suggerimento!

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maris
admin
5 novembre 2016 alle ore 14:24 ×

Scusa gli errori...dal cellulare digito malissimo 😞

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5 novembre 2016 alle ore 18:50 ×

Splendido! Adoro Parigi ed il francese ed i dolci sono l'unica cosa che mi piace cucinare ...questo libro devo averlo!
Tra l'altro, magari potrebbe aiutare mio figlio a fare più attenzione con le briciole ogni volta che mangia!!!
Grazie del suggerimento. Le illustrazioni sono proprio evocative.

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