Zuppa di zucca: colore, favola e ricetta per tutta la famiglia

Quali immagini evoca una pentola fumante di zuppa di zucca?

A casa mia, solo belle sensazioni.
Come quelle provate in una serata d'autunno, mentre la zuppa cuoceva, colorata e profumata sui fornelli, il marito attizzava il fuoco nel camino ed io leggevo ad alta voce, ai bambini, un libro bellissimo che per l’appunto si intitola “Zuppa di zucca”.


Una serata ricca di contenuti e buon cibo, per la gioia del palato e della mente. Mi piace condividere con voi sia la ricetta che la storia.

Cominciamo dalla storia, giusto per creare l’atmosfera

Tre amici, un gatto, una paperella ed uno scoiattolo, vivevano insieme in una accogliente casetta circondata da un giardino di zucche. 
La sera amavano cucinare insieme la loro pietanza preferita: la zuppa di zucca. 
Ognuno aveva un compito definito e personale: lo scoiattolo dosava gli ingredienti nella pentola, il gatto mescolava e la paperella aggiustava di sale.
La zuppa di zucca, preparata sempre con la stessa successione di gesti e il rispetto dei ruoli, era prelibata. Finché un giorno la paperella volle sovvertire quest’ordine costituito e si impossessò del mestolo del gatto per provare a mescolare. 
Non era un dispetto ai suoi amici né una sfida fine a se stessa. Che i suoi amici le consentissero di cambiare ruolo, per la paperella era una prova di fiducia
Gli amici, però, non colsero questo spirito e si infuriarono. Nell’escalation del litigio e dell’ orgoglio ferito, la paperella disse addio ai suoi amici, fece i bagagli e abbandonò la casa.
Presto gli amici si pentirono della loro reazione ostinata e andarono a cercarla nel bosco, ovunque e faticosamente. 
Fu quando, stremati, si arresero e tornarono a casa, che trovarono una sorpresa ad attenderli: la paperella, vinta ogni permalosità e guidata solo dalla nostalgia, era tornata da loro.

E indovinate da cosa fu consacrata la pace

Da una cena comunitaria a base di zuppa di zucca
(Zuppa di zucca, di Helen Cooper, Fabbri editore) 


Quanto mi piace questa storia! Con immagini splendide e una narrazione semplice, adatta ai bambini più piccoli, “Zuppa di zucca” esprime i sentimenti più comuni ai grandi amici: il bisogno di fare delle cose insieme, di condividere la tavola, di essere riconosciuto dal proprio amico, di fare sempre la pace dopo ogni fisiologico conflitto.

Con questa storia in testa, è stato ancora più soddisfacente preparare e gustare la nostra zuppa di zucca.

Ed ecco la ricetta.

Ingredienti
-        1 kg di zucca
-        3 patate medie
-        una cipolla media
-        prezzemolo
-        due carote
-        sale e pepe q.b.

Procedimento
Tritare finemente, con un mixer, le carote, la cipolla ed il prezzemolo e far rosolare in olio extravergine d’oliva in una pentola alta. Abbassare la fiamma ed aggiungere la zucca e le patate a cubetti facendole insaporire per qualche minuto nel soffritto.
Aggiungere acqua e sale o del brodo, fino a coprire gli ortaggi. 
Far cuocere per una mezzoretta (il tempo totale dipenderà dalla consistenza di patate e zucca).

Al termine della cottura si può decidere se mangiare la zuppa con un filo d’olio, un po’ di pepe e qualche crostino di pane oppure eliminare un po’ d’acqua di cottura e frullare la zuppa per farne una vellutata.
A me piacciono entrambe le versioni ma mia figlia preferisce la “pappa arancione”, la vellutata di zucca alla quale aggiungo un po’ di formaggio fresco cremoso.

E così, come nella storia, anche la nostra serata ha un lieto fine: una cena nutriente, dal colore sgargiante e dal gusto delicato.

Che ne dite? Vi stuzzica un po’?

Ketty


Con questa ricetta partecipo al Contest "Ricette d'autunno"

                                                      
Contest Ricette d’Autunno
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2 commenti

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Unknown
admin
5 novembre 2014 alle ore 12:08 ×

Ketty, finalmente mi hai svelato l'arcano di questa zuppa di zucca di cui parlava Niccolò!!!Adesso corro a prendere il libro :-))

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21 settembre 2015 alle ore 07:32 ×

Buonissima questa zuppa! Ancora più gustosa perché accompagnata da questa bella storia!
Grazie Ketty.
Un abbraccio Maria

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