L'albero dei ciucci

Anche per Mister G è arrivato il momento di dire addio al suo amato ciuccio, ormai ha quasi tre anni e per prepararsi all’entrata della scuola infanzia abbiamo pensato che fosse necessario renderlo autonomo anche su questo punto di vista.

Il percorso è stato lungo, abbiamo cominciato qualche mese fa con la lettura di qualche libro sull’argomento (la nostra modalità preferita di affrontare nuovi argomenti).


A dire la verità, da subito  non è stato molto contento di “iniziare” questo nuova avventura, giustamente aggiungo io..se l’abbandono del pannolino è stato da subito preso bene (la libertà di movimento senza “quell’ingombro”è oggettivamente maggiore), la previsione di abbandonare il ciuccio non dà nessun vantaggio né nell’immediato né dopo.

Il percorso si è presentato da subito non facile..ho pensato quindi a qualcosa che potesse dare un senso a questo abbandono, farlo sparire nel niente o inventare fantomatiche storie di fate, streghe che se lo erano preso non mi ha mai allettato. Credo che i bambini abbiano bisogno di spiegazioni logiche in questi frangenti, in modo che se ne possano presto fare una ragione.

Ecco perché abbiamo appeso i quattro ciucci preferiti di Mister G ad un albero, il nostro albero dei ciucci.
E’ un piccolo albicocco che si trova nel giardino di amici di famiglia, un posto che visitiamo spesso ma non sempre (consigliabile farlo in un posto del genere..averlo sempre sott’occhio può essere simile ad una tortura..all’inizio).
I ciucci sono stati attaccati ad i rami, questo perché potessero essere presi da altri bambini più piccoli che magari  non se li erano potuti comprare. Il principio fondante di questa” modalità di abbandono”è proprio questo: io rinuncio ad una cosa mia per darla a te che ne hai bisogno. Mi sembra anche un ottimo insegnamento per la crescita.


Le domande che mi ha fatto sono state milioni ma li abbiamo attaccati con serenità e pieni di buoni propositi. Tutto è filato liscio, all’inizio..il momento di andare a casa invece è stato più traumatico:immancabile pianto “perché io come faccio a dormire ora?””chi li prende ora i miei ciucci?”
Qui entra in gioco la capacità dei genitori di spiegare il più possibile cosa è successo e anche di distrarre il bambino raccontando storie,canzoni o altro..(cosa che facciamo tutti, da sempre..cosa ve lo dico a fare??) La notte è passata fra alti e bassi e il giorno dopo siamo tornati a vedere l’albero dei ciucci.


Al loro posto tanti bigliettini colorati di ringraziamento che ogni mamma aveva scritto a Mister G per ringraziarlo del regalo ai loro bambini, la sua felicità è arrivata al culmine mentre glieli leggevo: “Allora i bambini sono contenti, mamma!!”
Il ciuccio non c’è più..non si può pretendere che un bambino faccia salti di gioia ma almeno sa che ha reso felice qualcun altro. Modalità soft di “digerire”un abbandono così importante.
Un altro passo verso l’autonomia. E voi come avete aiutato i vostri bambini ad abbandonare l'amato ciuccio?

Francy
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5 commenti

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Alessandra
admin
18 giugno 2014 alle ore 12:07 ×

Io ho notato che la bimba, poco dopo i 2 anni e mezzo, mordeva il ciuccio e quindi ogni tanto sputacchiava via un pezzetto. Ovviamente il ciuccio rotto non era appetibile e lei ha iniziato a rallentare l'uso da sola... lì ho fatto uno sbaglio mostruoso prché ho pensato "lo sta lasciando da sola, perfetto! Però per quei pochi momenti che lo tiene non è salutare che abbia in bocca quel coso rotto"... quindi gliene ho comprato uno nuovo, pensando che tanto ormai il ciuccio non le interessava più di tanto.... invece errore fatale! Il ciuccio nuovo ovviamente era appetibile e la bimba ha ricominciato a ciucciare come prima! Però ho fatto tesoro dell'accaduto: quando il ciuccio nuovo coi morsi si è ridotto come quello vecchio, anziché ricomprarne un altro (che peraltro la bimba non chiedeva) ho lasciato che lo abbandonasse da sola. Forse non sarà la modalità migliore, però ha funzionato senza traumi perché la bimba lo ha lasciato pian piano da sé e quando l'ha lasciato definitivamente poi dopo non l'ha richiesto più....

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18 giugno 2014 alle ore 15:07 ×

Bella l'idea dell'albero. Noi confidiamo nella fata perché Lucia, la grande, si ricorda ancora il regalo ricevuto quando ha donato il suo ciuccio alla fata. Per l'abbandono di Andrea, ci ha pensato sua sorella grande! Lo ha "nascosto" nella piscina di palline e non l'abbiamo ritrovato. Eravamo in ferie e avevamo solo quel ciuccio..... Siamo al 5° giorno e non lo chiede più! Come dice Viviana a volte siamo noi ad avere paura dei primi (terribili) giorni senza ciuccio! La piccola invece si succhia il dito! niente ciuccio..... come farò???!!! (non è mai finita) ^-*

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Raffa
admin
23 giugno 2014 alle ore 14:36 ×

E' molto bella questa idea dell'albero e anche a me piacerebbe provarla, magari a casa dei nonni che non abitano nella nostra città e che hanno un giardino pieno di alberi da frutta. Poi, però, pensandoci bene...mio figlio non ha proprio una spiccata generosità e c'è il rischio che inizi ad odiare i bimbi più bisognosi...Forse per lui è più adatta la soluzione suggerita da Ana: anche il mio bimbo ha una sorella maggiore sempre pronta a consigliarci come fare per dissuaderlo dall'uso del ciccio. Tutti consigli che ci da mentre (anche lei come la bimba di Ana) si succhia il pollice!!!!

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mammamedico
admin
24 luglio 2017 alle ore 19:36 ×

il mio grande è stato un "tontolone". il ciuccio è caduto a terra dove avevano appena dato del veleno per piante e io ho colto la palla al balzo. aveva 2 anni e mezzo e non ha minimamente pensato che ne aveva altri o che si poteva ricomprare. da quella notte ha dormito senza. e nessun problema. anche se qualche tempo dopo l'ho "beccato" dare una ciucciatina al ciuccio del bimbo neonato di una mia amica. e poi rimetterglielo in bocca.

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28 luglio 2017 alle ore 17:58 ×

Che tenerezza! 😍😍😍

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