Tradizioni nel cuore

Probabilmente avrete già capito qual è il nome della mia bimbuzza. Chi mi conosce lo sa bene e soprattutto immagina il perché: Lucia.
Un nome lucente e importante (per me). Il nome della determinazione e della fede, di una Donna che rappresenta la mia città di origine ma è conosciuta in tutto il mondo.
Sapevo che l'avrei chiamata così da sempre: un onore e un dovere verso i miei ricordi da bambina e la città che mi ha visto crescere.



Ho acquistato il libro per bambini con la storia di Santa Lucia quando Bimbuzza era ancora in pancia: sa tutto di Lei, sin da molto piccola, di Pascasio (lo ha anche disegnato) e di come la santa sia stata martirizzata.


Piccola digressione: spesso si parla delle letture "si" e delle letture "no" per bambini, dei libri con significati "censurabili" (mi viene da ridere!) o con "scene non troppo simpatiche" (aiuto il lupo di Cappuccetto Rosso!!!). 
Pensate che nella storia di Santa Lucia viene descritto (in modo soft ma comunque si capisce) il Suo martirio e l'uccisione che avviene per mezzo di un pugnale!!! La cosa sorprendente (che ripercorre anche la mia esperienza da bambina, dato che la storia veniva raccontata anche a me, senza libro però!!) è la serenità con cui Bimbuzza ha sempre vissuto e affronta la Sua storia, tenendo il quadretto in mano (ebbene abbiamo anche quello!) senza timori o domande strane. Se una storia finisce bene (Lucia sale in cielo ed è felice) il male (in qualsiasi modo venga rappresentato) viene superato, con fede e fiducia.
Questo è l'insegnamento che cerco di dare ogni giorno a mia figlia e farlo per mezzo della Santa di cui porta il nome, è un arricchimento maggiore.

Quasi ogni anno a dicembre (o a maggio Santa Lucia delle quaglie), ci ritroviamo per le vie di Siracusa a festeggiare la nostra patrona. Chi non è del luogo o non ha mai vissuto questo tipo di tradizioni probabilmente non può capire. Si tratta di un sentimento particolare, tra la gioia e la commozione, soprattutto se si sono richieste e ricevute delle Grazie.



Nonostante i chilometri che ci separano da Siracusa, la mia Bimbuzza prova già i sentimenti con cui sono cresciuta io: ha vissuto le processioni, è stata più volte sollevata dai berretti verdi verso la Statua della Santa e lo scorso dicembre ha persino sfilato con le bambine, vestita di verde e rosso, cantando le canzoncine.

La cosa che mi ha colpito di più è stata la naturalezza con cui ha vissuto la situazione: era già preparata perché ovviamente aveva seguito le vicende dell'abito e glielo avevamo spiegato. Quando ha visto le bambine al centro della processione, è andata verso di loro, le ha prese per mano e alla fine non voleva andare più via. Sembrava le conoscesse da sempre: in realtà eravamo atterrate la stessa mattina in Sicilia!

Mentre la guardavo ho provato tante cose: ho ricordato me da piccola, in trepidante attesa della Santa che attraversava le strade, la gioia di una città che si ferma totalmente per Lei, il ritrovo per le vie con amici e parenti negli stessi angoli di sempre, l'ansia dei fuochi d'artificio, il grido Sarausana Je' (ovviamente Bimbuzza lo grida pure!). Ho ricordato inevitabilmente mio nonno, uomo entusiasta e burlone ma grande devoto di Santa Lucia, mi teneva in braccio e me la indicava tutto contento. 

Ho sentito tanta pace, vedendo la mia bimba felice di essere lì per Santa Lucia: una tradizione che sono riuscita a trasmetterle senza troppi sforzi ma soltanto raccontandole quello che porto nel cuore da sempre.

Voi avete vissuto esperienze simili anche se non necessariamente religiose? 

Vivy
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1 commenti:

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Plotina
admin
28 gennaio 2015 alle ore 06:25 ×

ciao! Ti leggo da un po' ed è un vero piacere! ...ma cosa significa SARAUSANA JE'?

Congrats bro Plotina you got PERTAMAX...! hehehehe...
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