Fenrìs: la salvifica amicizia fra una bambina e un essere orribile


Post di Ketty
Fenris

Un lupo e una bambina in questo libro edito dalla GallucciEditore. La solita storia di Cappuccetto Rosso, penserete.
E invece, lasciatemelo dire, non c’è paragone fra la classica storia che ci tramandano in Italia di generazione in generazione e questa fiaba norrena, così come mirabilmente raccontata con le parole dense di Jean-François Chabas e le raffinate illustrazioni di David Sala.


Fenrìs, infatti, è una storia che non contrappone in maniera semplicistica e dicotomica il buono e il cattivo ma scava nel cuore del cattivo, partendo dal principio che cattivi non si nasce.

Fenrìs era un cucciolo di lupo dall'apparenza inquietante. Non era cattivo, aveva comportamenti simili a quelli dei suoi fratelli ma quell'aspetto crudele e sanguinario suscitava terrore in tutti, persino nella madre.
Tutti lo trattavano come fosse una creatura crudele, Fenrìs finì per crederci e crescendo cominciò ad assecondare l’opinione che tutti avevano di lui.

“Chi ha un carattere fragile cresce immaginando di essere come lo vedono gli altri. I giudizi plasmano. E poiché Fenrìs aveva quell’aria orribile, che faceva svenire anche i lupi più agguerriti, finì per commettere azioni che corrispondevano a quell’immagine.”

Dopo un’aggressione al capo del branco, Fenrìs fu cacciato e cominciò a vivere tutto solo nel bosco. La solitudine accentuò la sua aggressività e unico scopo della sua vita divenne terrorizzare le creature del bosco.
Un giorno, incontrò una bambina che vagava da sola fra gli alberi e provò a spaventarla. Non andò come aveva immaginato.
La bambina guardò il lupo negli occhi e, lungi dall’aver timore, gli si avvicinò e lo toccò. 

“Che occhi rossi hai…” gli disse, chiedendogli se per caso soffrisse di qualche allergia ai pollini. La bimba gli rivolse parole gentili “Oh, che timidone, non faccia il fifone. Guardi non gliene faccio una colpa. Anche a me è stato detto mille volte di non parlare con gli sconosciuti. I suoi genitori sono severi?”

Fenris, per la prima volta nella sua vita, fu assalito dalla paura. 
Non sapeva  cosa significasse essere toccati. Non sapeva cosa significasse ricevere tenere attenzioni.  
Fu l’inizio di un’amicizia durata tutta la vita. Si racconta che ogni tanto è possibile ancora incontrare una strana coppia, un lupo e una donna che camminano affiancati, col passo di chi ha fatto tanta strada insieme.

Questa storia ci fa battere il cuore
Non so quante volte mia figlia settenne ha voluto leggerla, da sola o ad alta voce con me. È un libro ammaliante che vibra di sentimento e magia.
Il testo di Jean-François Chabas scatena molte riflessioni.  
Si nasce buoni o cattivi? Può l’opinione che gli altri hanno di noi influire sul nostro modo di essere?

Il grande lupo rosso  cattivo che depone le armi dinanzi al cuore senza pregiudizi di un bambino, è un simbolo potente.

Si può diventare cattivi quando si viene oppressi dall'altrui giudizio. Il giudizio dei nostri cari è un crudele scultore del nostro comportamento, se non abbiamo abbastanza forza per ribellarci.
D’altra parte si può rinascere a nuova vita quando incontriamo qualcuno che sia disponibile a conoscerci andando oltre la nostra apparenza e sappia amarci per quello che siamo.

Il pregiudizio, per chi lo prova, è una fallace arma di difesa, per chi lo subisce è un’arma letale.

L’affetto senza filtri, raffigurato dalla bambina del bosco, è la medicina.  
Le illustrazioni di David Sala sono piccole tele che raccolgono in pieno il significato delle parole e l’oltrepassano, catapultandoci in scenari suggestivi dove prendono vita creature e forme fatate. 
La loro bellezza è esaltata dal formato perché l’editore ha ben pensato di stampare alcune pagine in dimensione doppia, pagine che si aprono e si ripiegano durante la lettura, aumentando l’attesa e la suspence
Cappuccetto rosso

Vi mostro due immagini in particolare. 
La prima è una creatura mitologica del bosco che rappresenta con raffinatezza il terrore suscitato da Fenrìs. 
L'altra, la mia preferita, è la raffigurazione intensa dell’incontro: la bimba che prende fra le mani il muso rabbioso del lupo rosso e a occhi quasi socchiusi, con dolcezza, sembra sussurrargli qualcosa e avvicinarsi per porgergli un bacio. 

È la pace che mette a tacere la violenza.

Per me questo libro è un capolavoro.
Ketty

P.S. Degli stessi autori vi consiglio anche La Furia di Banshee. Per leggere la recensione cliccate qui

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2 commenti

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Anonimo
admin
16 aprile 2018 alle ore 10:20 ×

Tesoro, che magnifica recensione! Lo compro subito!
Pinella

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Anonimo
admin
7 dicembre 2022 alle ore 01:31 ×

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