La lezione degli alberi: diversità, amicizia, poesia

Roberto Parmeggiani

Alcuni libri hanno una bellezza così accecante che non riesco a tradurre le emozioni che mi suscitano in parole congruenti. Li leggo e li rileggo, mi sfiorano il cuore come l'archetto sfrega le corde di violino.


È uno di loro "La lezione degli alberi", un libro conosciuto grazie alla libreria di Prato Il Paese dei Baobab


LA STORIA
La storia inizia con due bambini, entrambi di nove anni e compagni di classe, a confronto: Enrico, un bambino estroverso e vivace che ama rotolarsi nell'erba e Paola, una bimba introversa e contemplativa, silenziosa, troppo silenziosa. Paola, in effetti, non parla. 
Enrico è attratto dal mistero di Paola mentre alcuni suoi compagni bulli ne fanno oggetto di scherno. "A Enrico quelle battute non fanno ridere. Nemmeno a Paola, che si rattrista. Lei abbassa lo sguardo, si gira dalla parte opposta e sembra chiudersi ancora di più nel suo silenzio. Lui fissa i compagnia e diventa rosso di rabbia, vorrebbe prestarle la sua voce per gridare."
Questi episodi scatenano nel cuore di Enrico una domanda profonda: "Noi bambini siamo tutti uguali?".
Tocca al suo maestro Dino, incontrato un giorno al parco, dargli una risposta, o meglio, la risposta è proprio in quel parco, nella natura, negli alberi. 
Dino descrive ad Enrico, uno ad uno, minuziosamente, tutti gli alberi del parco. Ci sono ad esempio gli alberi sbadati e sognatori come i pioppi, quelli forti e spericolati come le querce che in realtà nascondono un cuore tenero nelle ghiande o alberi delicati e poetici come i ciliegi o... (vi lascio la curiosità di scoprire gli altri alberi)


Enrico ascolta Dino e capisce: 
"Grandi o piccoli, contorti o dritti, di tante sfumature di verde... Come i bambini, pensò, uguali e diversi, ognuno a modo loro".
Che albero è dunque Paola? Non c'è dubbio. Enrico riconosce in lei il carattere dei cachi: 
"I suoi frutti arrivano quando tutti gli altri alberi hanno già perso le foglie e si preparano per l'inverno, sono il cibo preferito degli uccellini infreddoliti. Sembrano in ritardo eppure seguono semplicemente la loro natura, sono alberi a modo loro".
È per questo che il giorno del suo compleanno, Paola riceve in dono un sacchetto di semi di cachi lasciato sul banco con un bigliettino "Tanti auguri all'albero più bello della classe. Enrico".


COSA AMO DI QUESTO LIBRO
Tutto. Amo l'approccio delicato, scevro da giudizi, intimo, col quale l'autore affronta i temi della diversità, del bullismo e dell'amicizia.
Amo com'è scritto, la semplicità con cui esprime concetti complessi che è frutto di un lavoro di attenta selezione delle parole. 
Amo la punteggiatura, le pause e l'ampio spazio nella pagina riservato alle frasi che permette di soffermarsi sui significati. Ci sono pagine di poche righe estremamente dense. 
Amo la poesia delicata che permea le descrizioni degli alberi. 
Quando lo leggo con mia figlia, ci soffermiamo a riflettere sul carattere degli alberi confrontandolo con quello delle persone che conosciamo.

È un modo stupendo per conoscere e conoscersi
Mi perdo nelle illustrazioni a pennellate che raffigurano la realtà e le emozioni, sottolineando i movimenti impercettibili del viso dei protagonisti e i colori sfumati degli alberi che a tratti sembrano dissolversi nell'alone dei pensieri e dell'aria rarefatta del parco. 
Adoro il finale che mi fa sempre commuovere, anche se l'ho letto tante volte. Perché la bontà d'animo, la purezza degli sguardi che guardano oltre le differenze apparenti è un bene così raro e appartiene solo ai bimbi o ai pochi adulti che  si prendono cura del proprio bimbo interiore.
Leggete questo libro, anzi, regalatevelo.
La lezione degli alberi
di Roberto Parmeggiani
illustrato da Attilio Palumbo
Massimiliano Piretti editore

consigliato dai 5 ai 99 anni
Ketty

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