E così spero di te. Storia quasi vera di una bambola giramondo

Post di Vivy

“Che bei disegni, mamma!”
Uno dei primi commenti di mia figlia non appena abbiamo iniziato a leggere questo albo incantevole e delicato.
La mia premessa è stata: si tratta della storia di personaggi realmente esistiti, di uno scrittore vissuto tempo fa e oggi molto famoso.
Franz Kafka.
L’albo racconta di un episodio realmente accaduto, secondo alcuni testimoni, ma che non è stato tracciato da nessuna parte.



Le lettere che Franz ha scritto per la bambina Ingrid da parte della sua bambola non sono state mai trovate, ma chi lo ha conosciuto bene ne ha parlato per molto tempo.
Io quindi ci credo.
È comunque una bella favola, una di quelle che infonde tenerezza e speranza anche se con un velo di tristezza...



Franz è molto malato, sono ormai gli ultimi anni della sua vita che vengono allietati dalla presenza di una donna molto più giovane di lui, Dora.
I due passeggiano per il parco, in un novembre ancora soleggiato e che non lascia ancora spazio al freddo.
Dora ha lo sguardo innamorato. Franz tossicchia spesso.
I due vengono colpiti da una bambina che piange e che spiega loro di aver perso la sua adorata bambola.
Franz per consolarla le dice: "non l’hai persa! È solo partita per un lungo viaggio. Lo ha detto a me in una lettera che ho adesso a casa ma che domani, se vuoi, ti leggerò".



E così per diversi giorni, finché il tempo lo permette, Dora e Franz incontrano ogni giorno la bambina Ingrid al parco per leggerle le lettere che ogni giorno la bambola scrive per lei, raccontandole dei suoi viaggi, degli incontri, del mondo che ha voglia di esplorare, del suo matrimonio...
Ingrid non è più triste perché sa che la sua bambola sta bene. Vive dei suoi viaggi e delle esperienze vissute dalla sua bambola ormai cresciuta. 



Arriva il momento che Franz sentiva già nell’aria: il tempo che gli è concesso volge a termine e arriva così l’ultima lettera della bambola per Ingrid.
Ma non c’è più tristezza negli occhi della bambina. Franz sa quindi di aver fatto la cosa giusta e può riposarsi nella sua poltrona felice e soddisfatto.



Il finale lascia intendere la fine dello scrittore che sarà conosciuto solo dopo la sua morte dato che, finché vivo, Kafka non ha voluto pubblicare le sue opere. L’amico Max non ha rispettato la sua volontà e grazie a lui, oggi, il mondo conosce uno dei più geniali scrittori del XX secolo. 

Un albo davvero delicato e poetico. 



Vivy 

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1 commenti:

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21 maggio 2018 alle ore 18:15 ×

Veramente poetico! E molto belle anche le illustrazioni.
Un abbraccio
Maria

Congrats bro Maria Brentegani Portugalli you got PERTAMAX...! hehehehe...
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