Le domande dopo il terremoto
























Rifletto, dopo il terremoto nel centro Italia, mi lascio interpellare come essere vivente, cittadina e madre.
Ho paura, quella paura che genera domande
Soffro, di quel dolore che chiede giustizia e risposte umane.
Ho bisogno di buttare giù queste domande, metodicamente, lucidamente. 
il dolore che fa esplodere il cuore, mi renda almeno più vigile.
Le mie domande in ordine sparso.
* La Terra che trema ieri mi ha domandato: mi conosci?
Il terremoto è un evento connaturato alla mia bella Italia. Lo insegna la storia prima ancora della scienza. Ero piccolissima quando ho avvertito la prima terribile scossa: Irpinia 1980. Mi domando: quanto conosco la zona dell’Italia in cui oggi vivo, lavoro, mando a scuola i miei bambini? La mia città è in una zona a rischio sismico?
*Con mio marito ho contratto un mutuo per comprare la casa dei nostri semplici sogni, creando ambienti confortevoli e un giardino per far giocare i nostri bimbi. Quanto so della mia casa? Sarebbe sicura in caso di terremoto? Me lo sono chiesta quando ho firmato quell'atto notarile? 
Ieri sera, dopo aver fatto addormentare i bambini con la consueta lettura della buonanotte, mio marito ed io ci domandavamo: in caso di terremoto, quale potrebbe essere il punto più solido della casa? 
*Abbiamo scelto le scuola che i bambini frequenteranno a settembre. Chissà chi saranno le insegnanti, se faranno belle amicizie, se i programmi didattici saranno adeguati. Ma mi sono chiesta e ho chiesto alle autorità responsabili se le strutture scolastiche sono a prova di scossa? Se il personale è preparato per affrontare un terremoto?
*Possiamo prevenire tanto dolore? Possiamo essere all'altezza della Natura che ci offre gli spazi per vivere?
*Dopo essermi informata sulla tragedia, cosa ho fatto per aiutare le persone colpite? Per dare un segno concreto della compassione che provo per loro? C'è un numero per inviare un SMS solidale. Posso fare anche di più?
*Poi, c'è la domanda che mi attanaglia  da ieri sera: “Domattina ci sveglieremo? Saremo vivi?” e le domande che ogni giorno, da qualche tempo mi pongo: “Ho vissuto i miei giorni come se fossero stati gli ultimi? Ho donato tutto l’amore possibile? Ho lasciato un seme di Bene nella vita della comunità umana?”

Ketty

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4 commenti

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Silvia Fanio
admin
26 agosto 2016 alle ore 14:58 ×

Le tue domande sono le stesse che mi pongo pure io.
Mi sento impotente.
Ma ho scelto di vivere la mia vita a pieno e di donare amore, solidarietà e gentilezza.
Non è tanto, lo so.
Ma magari farò del bene a qualcuno e se riuscissi a rendere felice almeno una persona, so che la mia giornata avrà avuto uno scopo...

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27 agosto 2016 alle ore 14:26 ×

Si, Silvia. Conoscendoti, so che rendi felici molte persone!
Certi eventi sono lenti d'ingrandimento verso le cose veramente importanti della vita.
Baci.
Ke

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29 agosto 2016 alle ore 23:42 ×

Posso aggiungere altre domande?visto che le domande che vi ponete adesso, a caldo, dopo la tragedia, a me sono venute naturali prima di firmare per il mutuo, prima di decidere dove mettere il lettino di mio figlio, scegliendo l'asilo; perché quando si ristruttura si pensa solo alle facciate o al colore delle mattonelle? Dove stiamo sbagliando noi tecnici non riuscendo a trasmettere la cultura della sicurezza? Perché non impariamo mai nulla?

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30 agosto 2016 alle ore 08:34 ×

Bravissima , lo spirito del post è proprio questo. Perchè diavolo non ce le poniamo prima queste domande? Perchè diavolo milioni di persone non se le pongono neppure dopo queste domande e perdono tempo a fare polemiche sterili?
Ketty

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