"Orso ha una storia da raccontare": l'ascolto, l'amore e l'attesa


Quest’albo di Babalibri, delicato, dolce, inserito nelle stagioni ma in realtà fuori dal tempo, è semplicemente adorabile.
Tutte le volte che a casa lo leggiamo, oltre ad avere un effetto calmante, ci suggerisce profonde riflessioni.

Per me è il libro delle tre “A”: ascolto, amore, attesa.

LA STORIA
Era la fine dell’autunno. Orso stava quasi per andare in letargo ma nutriva il desiderio di raccontare una storia a qualcuno prima di addormentarsi. Si incamminò pigramente nel bosco per cercare qualcuno a cui raccontarla ed incontrò tanti amici ma ognuno di loro aveva un impegno improcrastinabile, ciascuno doveva provvedere a qualcosa per affrontare l’inverno: l’anatra partire verso sud, la rana cercare un posto caldo per dormire, il topo raccogliere i semi di cui nutrirsi d’inverno. La talpa invece già dormiva. Orso, generosamente, si offrì di aiutare ognuno di loro e alla fine andò in letargo senza aver raccontato la storia. Arrivò finalmente la primavera e Orso si risvegliò entusiasta, pensando che poteva raccontare la sua storia a qualcuno. Nell'incontrare i suoi amici, tuttavia, il suo primo istinto non fu quello di raccontare. Fu, ancora una volta, quello di aiutare: portò una ghianda al topo, intuendo che dopo l’inverno poteva essere affamato, mostrò una pozzanghera fresca all'anatra per farla riposare dopo il viaggio di ritorno dal sud, sistemò la rana al sole per farla ridestare. Poi con questi amici, Orso aspettò, fino a notte fonda, che la talpa si risvegliasse. Arrivò così il momento tanto desiderato di raccontare la storia, tutto era pronto... peccato che nel frattempo  Orso l’aveva dimenticata! Che fare? Gli amici cominciarono a fare ipotesi su quale potesse essere la storia dimenticata e Orso allora cominciò a raccontare una storia che iniziava come la sua storia: “L’inverno stava arrivando e Orso cominciava ad aver sonno” .




LE TRE “A”
“A” come ascolto e “A” come attesa
Orso ha “desiderio di raccontare” che altro non è che il genuino “bisogno di essere ascoltato”. 
L’ascolto è accoglienza, grandi e piccini hanno il bisogno primario di essere ascoltati e accolti. 
Se il bisogno di ascolto è di tutti, non è altrettanto comune la capacità di ascolto. Quest’orso pigrone e lento ce l’ha. Con i suoi amici mette da parte temporaneamente il suo bisogno per dare ascolto e assistenza alle esigenze dei suoi amici. 
Se è commovente la generosità di Orso, d’altra parte viene una stretta al cuore quando Orso si addormenta senza che nessuno abbia ricambiato le sue attenzioni. 
È solo questione di tempo, Orso ha fiducia che i suoi amici non hanno rifiutato di ascoltarlo, semplicemente non potevano in quel momento
Anche l'epilogo a prima vista è triste: proprio quando è arrivato il momento di parlare, Orso non ricorda più la storia...ma siamo davvero sicuri che sia così importante il contenuto del racconto? L'immagine di Orso che raduna i suoi amici ci dice che più importante dell'oggetto del racconto è l'atteggiamento degli amici stretti intorno a lui ad ascoltarlo.  

Quanto ci riconosciamo in questi personaggi? Orso è ognuno di noi. Orso è, in particolare, il nostro bambino che vuole raccontarci qualcosa, a volte con le parole a volte con un gioco. L’amico di Orso è ciascuno di noi, soprattutto noi genitori che, presi dal fare, non riusciamo ad ascoltare, non per disinteresse ma perché non è il momento giusto. 
Quest’albo trasmette un messaggio che secondo me è fondamentale per i bambini: a volte bisogna solo aspettare il momento giusto per raccontarsi. Ci sono situazioni quotidiane da cui non ci si può sottrarre, per esempio il lavoro, ma nel cuore dei bimbi abiti sempre la fiducia che un momento di racconto personale con le persone care arriverà!

 “A”  come amore
L’amore di Orso verso i suoi amici è fatto di rinuncia al proprio bisogno e di semplici gesti concreti di attenzione, fosse anche l’esclamazione: “Ciao, mi mancherai!” Trovate forme di espressioni di amore più intense di queste?

Quest’albo, nella sua delicatezza, non poteva che essere raffigurato come un dipinto ad acquerelli
Le pennellate tenui e indefinite danno movimento ai protagonisti, la netta sensazione del vento autunnale che scuote i rami e la danza nell'aria delle foglie che vanno a posarsi in terra.
La gestualità dell’orso è goffa e ricorda teneramente quella dei bambini.

Insomma, un libro da tenere sul comodino dall'autunno alla primavera e gustare con i nostri figli come una tazza di latte e miele prima della nanna.
Buona lettura.

Ketty




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2 commenti

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30 settembre 2016 alle ore 21:13 ×

Bellissimo...delicato...proprio ieri l' ho avuto tra le mani in libreria e stavo per prenderlo solo che poi G ha scelto "Un leone in biblioteca" ...ma sicuramente e' tra i prossimi.

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2 ottobre 2016 alle ore 19:04 ×

Sembra molto tenero e con illustrazioni delicatissime!!!

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